A cinque mesi dalle Olimpiadi Invernali, è tempo di International Security Briefing. Due gli obiettivi: mettere attorno allo stesso tavolo i vari responsabili delle strategie di sicurezza e tracciare una road map su come saranno protetti atleti, spettatori e territori coinvolti. Sul tavolo anche aggiornamenti su governance, logistica e cyber-sicurezza. L’evento – organizzato dal team di Games Security, che presto raggiungerà quota 70 persone sotto la guida di Daria Miriam Re – ha illustrato il percorso che ha portato alla definizione dei Requisiti di Security per i Giochi.
Requisiti che avranno bisogno anche di personale esterno, presumibilmente pure privato, per una messa a terra efficace. Come ricorda l’infallibile Chat GPT, Mi Co ha nel tempo annunciato 4.500 posti di lavoro per coprire per l’evento (di cui 3000 da esternalizzare, fra quali si annoveravano anche diversi ruoli legati alla sicurezza: controlli accessi, protezione perimetrale, videosorveglianza e certamente anche vigilanza privata).
Peccato che il nostro settore se la passi assai male lato recruitment (nessuno vuole più fare la guardia giurata) e che la carenza di personale, ormai endemica, si incardini in un quadro normativo vecchio come il cucco e una clientela (soprattutto, tristemente, pubblica) non spende un centesimo e indice gare d’appalto al massimo ribasso.
Se è vero che “la sicurezza è un pilastro imprescindibile per il successo dei Giochi” (l’ha detto Andrea Francisi, Chief Games Operations Officer di Milano Cortina 2026), chissà che le Olimpiadi non possano diventare un faro di nuova attrattività per una professione malpagata, malvista e piena di rischi.
Fonte: VigilanzaPrivataOnline.com