Dal report annuale di FederSicurezza, la federazione del settore della vigilanza e sicurezza privata, è emerso quest’anno che le realtà operanti nel settore della sicurezza privata in Italia ammontano a 1339.
Tra queste ci sono poche realtà di grandi dimensioni, dislocate tendenzialmente nel Centro-Nord, e molte piccole aziende, collocate principalmente nel Sud del Paese.
Se la fotografia del settore rivela dati poco incoraggianti su ricavi e marginalità, visto che a livello Nazionale il 17% di imprese lavora in perdita, risulta invece positiva la domanda.
In crescita il bisogno di sicurezza negli ultimi due anni e il tasso di soddisfazione di chi ha usufruito del servizio, molto più alto rispetto ad altri settori industriali.
Dall’analisi effettuata, oltre ad emergere le principali criticità (tra le quali il deprezzamento del lavoro causato dalle continue gare al ribasso sui costi) si evidenzia la necessità di iniziare ad abbandonare il mero concetto di vigilanza privata (ritenuto ormai obsoleto) e di orientarsi verso soluzioni di sicurezza integrate.
Secondo quanto emerso dall’indagine, molte persone (soprattutto al Sud) ritengono utile poter affidare i servizi di sicurezza informatica (Cyber Security) alla stessa società che si preoccupa della sicurezza tradizionale, ovvero quella fisica.
Centralizzare tutte le attività legate alla sicurezza su un unico partner, può avere diversi risvolti positivi, in termini di garanzie e continuità di servizio oltre che di contenimento degli investimenti.
Benché il settore stia attraversando una fase molto delicata, il tema della sicurezza risulta molto sentito, così come la necessità di diffondere una vera e propria cultura della sicurezza, che possa portare benefici a chi eroga i servizi e a coloro che ne usufruiscono.
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