Dopo gli ultimi casi a Chieri e Ivrea, l’intero comparto chiede più tutele. Quasi 1500 gli episodi l’anno, +16 per cento in Piemonte, due terzi contro le donne. L’Ordine dei Medici promuove uno sportello per proteggerle
L’ultimo episodio a Chieri pochi giorni fa quando una donna ha minacciato con un grosso coltello da cucina un medico della rianimazione che le aveva appena comunicato il decesso del suo compagno. A Ivrea invece nel mirino sono finite due operatrici sociosanitarie. Una è stata medicata con una prognosi di cinque giorni. Sono in crescita le aggressioni negli ospedali. E il Piemonte non fa eccezione: secondo una ricerca dell’ONSIP, associazione di categoria in ambito sicurezza, con UGL Salute, la regione è tra le prime dieci per aumento percentuale, +16%, con quasi 1.500 denunce e oltre 2.000 operatori coinvolti solo nel 2024.
Vittime soprattutto le donne
Si stima che i due terzi dei professionisti aggrediti siano donne. E che il fenomeno sia in realtà più grande, dunque sottovalutato, anche del 70%. Perciò l’Ordine dei medici di Torino ha deciso di partecipare a un bando europeo per uno sportello di supporto, in collaborazione con gli Ordini degli psicologi e degli avvocati.
Difficile anche per le guardie giurate
Reparti come la psichiatria, ma soprattutto pronto soccorso, sono le aree a maggior rischio. Ad Asti hanno installato 21 telecamere direttamente collegate con la Questura per dissuadere e contrastare gli atti di violenza. Ma in moltissimi casi sono le guardie giurate private ad avere questo compito. Eppure anche per loro sta diventando sempre più difficile. Perciò chiedono, attraverso il sindacato SAV, di essere dotati di bodycam e giubbotti antitaglio. Oltre 200 le aggressioni a livello nazionale a loro danno negli ultimi anni, + 33% quelle fisiche, + 47% le verbali.
Fonte: Rainews.it